Espressione di Genere: più libera nelle persone LGBT?

Una riflessione su quanto la nostra personale manifestazione del genere in cui ci identifichiamo sia condizionata dalle aspettative dell’ambiente socio-culturale, rispetto all’idea di maschio e femmina, ma anche a quella di persona eterosessuale e persona LGBT.

Gli atteggiamenti degli Psicologi italiani verso l’omosessualità

Da oltre 40 anni la medicina e la psicologia non considerano più l’omosessualità come una patologia, come già più volte è stato scritto in questo blog e come testimoniano le principali organizzazioni mondiali e nazionali (APA, OMS, CNOP, ecc.). Con il progresso della ricerca scientifica, molti professionisti hanno avuto modo di rivedere le proprie posizioni circa le questioni inerenti gli orientamenti sessuali. Nonostante ciò, alcuni psicologi e psichiatri continuano a non considerare appieno l’omosessualità come “una variante normale della sessualità umana” (APA, 2012): questo ovviamente ha delle notevoli implicazioni sulla società e, in particolar modo, su quei soggetti che si affidano alle cure di uno specialista. Non è mistero, infatti, che ancora oggi vengano messe in atto terapie riparative (1), o comunque interventi terapeutici volti a modificare l’orientamento sessuale dei pazienti, specialmente quando sono proprio questi ultimi a richiedere tali prestazioni come conseguenza di un disagio psicologico, sociale e/o relazionale.

Intersessualità: tra medicina e diritto all’autodeterminazione

Quante volte ci capita di leggere discussioni o notizie a tematica gay e di incappare nell’acronimo LGBTI? Forse non tutti sanno che quella I finale non sta per Indecisi (come spesso si sente dire facendo riferimento a persone con un orientamento sessuale non definito, a persone bisessuali, e così via). La I dell’acronimo sta per Intesessuali. Ma chi sono le persone intersessuali?

Transessualità e il percorso della comunità scientifica verso la de-patologizzazione: dove siamo oggi?

Attualmente la comunità scientifica non considera più la transessualità come una patologia, eppure nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) si continua a fare riferimento ad essa: perché? Per capire la posizione ufficiale dell’American Psychiatric Association (APA) è importante conoscere la storia dell’inquadramento diagnostico delle persone transessuali, ma prima ancora sono necessarie alcune premesse fondamentali per comprendere la transessualità, senza cadere in stereotipi o false credenze.