Transessualità e il percorso della comunità scientifica verso la de-patologizzazione: dove siamo oggi?

Attualmente la comunità scientifica non considera più la transessualità come una patologia, eppure nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) si continua a fare riferimento ad essa: perché? Per capire la posizione ufficiale dell’American Psychiatric Association (APA) è importante conoscere la storia dell’inquadramento diagnostico delle persone transessuali, ma prima ancora sono necessarie alcune premesse fondamentali per comprendere la transessualità, senza cadere in stereotipi o false credenze.

La de-patologizzazione dell’omosessualità in psicologia

Gli orientamenti omosessuali sono sempre esistiti, e hanno trovato differenti spazi di definizione a seconda delle epoche storiche. L’articolo si propone come un approfondimento relativo alle vicissitudini di tali definizioni, a partire dall’ ‘800 ai giorni nostri, e con particolare riferimento all’ambito psicologico-psichiatrico. Si individuano tre passaggi storici nel modo di concepire l’omosessualità: il primo, che definirei come passaggio dal dominio della religione al dominio della medicina, è collocabile nella prima metà del XIX secolo; il secondo, situabile a cavallo dei due secoli, potrebbe essere definito come passaggio da un dominio medico patologizzante, vale a dire teso alla scoperta delle origini patologiche dell’omosessualità, ad un dominio di ricerca empirica, quindi con un primissimo tentativo di analizzare il costrutto dell’orientamento sessuale a partire dai dati di ricerca e non da presupposti teorici a monte; infine, il terzo ed ultimo momento riguarda gli ultimi tre decenni e coinvolge la fase storica a noi contemporanea, e può essere definito come passaggio dallo studio dell’omosessualità allo studio di come le variabili dell’omofobia, esterna ed
interiorizzata, incidono sul livello di benessere psicologico degli individui e dei contesti sociali. L’attuale visione dell’orientamento omosessuale come variante naturale della sessualità è ampiamente
supportata dalla comunità scientifica internazionale, ma anche osteggiata da una moltitudine di contesti minoritari guidati ancora da una visione patologizzante dell’orientamento omosessuale.